Giuliano: “Messina tra le migliori scuole arbitrali, ma era un altro basket”

MaurolicoUna partita al Maurolico diretta da Giuliano

Ventitrè anni di carriera spesa tra A, B e C per l’arbitro messinese, che in carriera ha diretto per cinque stagioni in massima serie: “Eravamo cinque fischietti peloritani in A negli anni della presidenza federale di Enrico Vinci”. È stato Commissario Speciale del Cia, oltre a presiedere l’Ufficio Gare cittadino della Fip. Personalità particolarmente apprezzata come dimostrano la consegna nel 2006 della medaglia d’argento Fip mentre nel 2016 è arrivata quella di bronzo del Coni.

Andrea Giuliano

Un primo piano di Andrea Giuliano

Andrea Giuliano ancora oggi rappresenta una figura particolarmente stimata dagli addetti ai lavori quando lo si vede sui campi da basket. Testimone di una pallacanestro inevitabilmente diversa da quella attuale, è dirigente di una società cittadina ma tutti lo ricordano perché ha arbitrato ad altissimi livelli tra il 1961 e il 1984. Una carriera impreziosita da cinque stagioni come fischietto in massima serie, quando Messina era una delle scuole più importanti d’Italia.

Giuliano ci racconta gli inizi di carriera: “Sono partito con l’idea di fare l’arbitro di calcio ma la presenza contemporanea di mio suocero come dirigente mi ha fatto propendere per la scelta della pallacanestro, perché volevo evitare qualsiasi ipotesi di incompatibilità. Per cui ho preso parte al corso e dopo quattro anni ho esordito in serie C a Taranto insieme al collega messinese Marco Bottari, quando i gironi in tutta Italia erano appena tre. Il mio designatore Aldo Vitale era inserito nel circuito Fiba e ha subito scommesso su di me. Sotto la C invece c’era l’Interzona, che raggruppava due regioni come Sicilia e Calabria, una sorta di serie C Silver attuale per tutte le squadre che non potevano prendere parte alla C nazionale. Ho chiuso la mia carriera nel 1984, con il premio di aver diretto per cinque stagioni in serie A”.

Andrea Giuliano

Andrea Giuliano premiato dal Coni e dall’ex sindaco Renato Accorinti

Giuliano ha ricevuto tanti incarichi da parte della Fip, anche dopo aver messo il fischietto al chiodo, a testimonianza della sua abilità nella condivisione con le giovani leve arbitrali dei giusti consigli per la loro crescita: “Nel 1987 sono diventato arbitro benemerito mentre tra l’84 e il ’90 ho ricoperto il ruolo di Commissario Cia per le designazioni e le successive valutazioni degli arbitri tra serie C fino alla A. Per regolamento avevo ovviamente un’incompatibilità con i fischietti della mia regione. Gli arbitri messinesi che seguivo hanno avuto un’ottima carriera: penso a Buonasera, Bucalo, Gulletta, Gemelli, Pensavalli Cuscinà. Ricordo che quando stava per nascere l’Aiap, il sindacato dei fischietti, eravamo appena sette commissari in tutta Italia, per cui dovevamo girare in continuazione in tutti i palazzetti: poteva capitare che domenica eri a Venezia e il mercoledì successivo nel turno infrasettimanale a Milano. Nel 2006 ho ricevuto la medaglia d’argento come dirigente Fip, con l’oro che è andato al napoletano Salerno, mentre dieci anni dopo il Coni mi ha consegnato la medaglia di bronzo”.

Samiani e Giuliano

Patrizia Samiani e Andrea Giuliano agli Oscar di MessinaSportiva

L’apice è stato rappresentato dalla serie A in stagioni in cui la città di Messina era universalmente riconosciuta come una delle migliori scuole arbitrali della penisola. “Arbitravamo in cinque in serie A. Oltre a me anche Cardullo, Bottari, Coglitore e Bonaccorso. Rappresentavamo la scuola messinese, particolarmente riconosciuta al pari di quella romana costituita da Martolini e Fiorito e quella napoletana (Ardito-Compagnoni). Erano quotate anche Bologna, Venezia e la Lombardia. Il movimento pagava gap strutturali in alcune regioni, mentre altre erano inevitabilmente trainanti per tutto il circuito. Nella commissione Cia si sono succeduti i messinesi Leonardi e Coglitore mentre il presidente Federale era l’indimenticato Enrico Vinci. Inoltre per anni la nostra città ha ospitato la sede del Comitato regionale per la Sicilia orientale, rappresentando le province di Catania, Siracusa, Enna e Ragusa, mentre Palermo inglobava la zona occidentale”.

Giuliano, Cardullo e Smilordo

Andrea Giuliano al centro con Simone Cardullo e Vittorio Smilordo (consiglieri Fip)

Le differenze col sistema attuale sono diverse e con la sua esperienza Giuliano le analizza nel dettaglio: “In serie A non c’era un’appendice di stagione come oggi: infatti non erano previsti né playoff playout. Si decideva tutto nella stagione regolare, che poi lasciava spazio in calendario ai tornei estivi, che servivano anche a noi arbitri per testare la condizione fisica prima del raduno, due settimane prima dello start del campionato. Inoltre l’intendimento del Cia nazionale era chiaro perché anche noi arbitri di serie A spesso venivamo chiamati dalla B per arbitrare con colleghi meno esperti, per poterci confrontare e farli crescere. Oggi invece ai fischietti di serie A è riconosciuta molta più indipendenza: rappresentano una casta abbastanza chiusa, con lo spazio per il dialogo tra gli attori che è molto limitato. Splendide occasioni erano rappresentate anche dalla possibilità di arbitrare le finali nazionali nelle categorie juniores, allievi e cadetti. Manifestazioni con le migliori otto squadre giovanili d’Italia e almeno sedici arbitri che includevano circa 160 addetti ai lavori tra squadre, allenatori e commissari che ti valutavano: ciò era possibile perché la Federazione destinava buona parte dei budget all’attività giovanile. Noi per l’occasione alloggiavamo insieme ai dirigenti negli stessi alberghi delle squadre, cosa che permetteva dopo la fine delle partite di avere un confronto costruttivo con i tecnici sulle scelte adottate”.

lavagnetta

La lavagna di un allenatore di basket

Con onestà, il direttore di gara messinese traccia il suo identikit e ci regala qualche ricordo suggestivo: “Sono stato considerato un arbitro di media levatura per la A ma guardavo ai migliori. Non ho mai diretto veri big-match, ma tante partite di spessore con futuri campioni d’Italia. Penso al mio esordio in massima serie, in un derby di Varese tra la grande Ignis e la neopromossa Gamma che come me era salita l’anno prima dalla B. Ricordo il derby capitolino tra Azzurra e Banco Roma. Ho anche diretto a Bologna il Torneo Battilani, che nel pre-campionato metteva di fronte le quattro migliori squadre italiane”.

In conclusione l’impegno più recente di Giuliano è rappresentato da alcune esperienze in seno a società di riferimento del nostro territorio, grazie alle quali non ha perso il contatto con un mondo che lo ha sempre visto protagonista: “A inizio anni Duemila ho ricoperto il ruolo di addetto agli arbitri tra serie A e A2 con la Barcellona del patron Capizzi e la Pallacanestro Messina (che dopo un anno e mezzo si affidò all’ex arbitro di serie A Guglielmo, ndc). Sono stato in raduno con gli arbitri di tutta Italia, per conoscerli meglio e potermi confrontare sulle novità regolamentari. Adesso da cinque stagioni ricopro il medesimo incarico nel Basket School Messina”.

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