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Fc Messina, serve una reazione d’orgoglio. La prima scossa arriva da Ferrante

Per il Fc Messina il momento è delicato. Ancora più di quanto accadde un anno fa, quando i ko con Corigliano e Castrovillari e ben quattro pareggi subiti in rimonta convinsero la società a cambiare rotta, promuovendo il vice Ernesto Gabriele al posto di Massimo Costantino, che aveva sponsorizzato sul mercato tante scelte poi rivelatesi vincenti: Marchetti in difesa, Giuffrida a centrocampo e Carbonaro in attacco, tutti suoi ex calciatori.

Giuffrida
Giuffrida è il capitano del Fc Messina

Probabilmente proprio le squalifiche di due elementi cardine non hanno aiutato a rompere il ghiaccio. Le vittorie sofferte con San Luca e Troina e il ko di Dattilo hanno convinto la proprietà e il dg Marco Rizzieri a imporre una nuova svolta, che con il senno di poi sarebbe stato forse necessario attuare in estate, se davvero il feeling tra il management e il tecnico si era incrinato.

Al successore Pino Rigoli il difficile compito di portare subito risultati, dopo il pari prezioso ma striminzito con la terza matricola affrontata in avvio di stagione, il Santa Maria Cilento. Anche se il lanciatissimo Acr Messina, galvanizzato dall’impresa con l’Acireale, rappresenta il test più proibitivo.

Rigoli e Mento
Il nuovo tecnico Pino Rigoli a colloquio con il medico Francesco Mento

L’infinita ricerca di una prima punta ha macchiato anche il bilancio del mercato estivo, incentrato soprattutto sulle tantissime conferme. Appena quattro i nuovi over. In difesa è arrivato Barnofsky, reduce da un lungo stop e costretto ora a fare i conti con un nuovo infortunio. In mezzo al campo Palma, chiamato a impreziosire la manovra e innescare le armi offensive. In avanti Balistreri e Gaspar, il primo voglioso di ritrovare lo smalto perduto, il secondo non ancora inserito negli equilibri di squadra.

Forse ha rappresentato un’arma a doppio taglio il tesseramento di una decina di stranieri, il cui immediato ambientamento non è mai scontato. Il reparto under è stato sensibilmente rinnovato e i tanti volti nuovi non dovranno fare rimpiangere due colonne del passato torneo, Brunetti e Correnti, le cui partenze pesano più di quelle di Melillo e Aladje, a Messina limitati dagli infortuni.

Marco Ferrante
L’ormai ex responsabile dell’area tecnica del Fc Messina Marco Ferrante

L’assenza ai primi impegni ufficiali dell’ormai ex direttore tecnico Marco Ferrante non era passata inosservata e non a caso la scelta di Rigoli è stata affidata a Rizzieri, già ispiratore di tante operazioni di mercato nella passata stagione, quando però il vincolo contrattuale con il Torino gli consentì di coadiuvare soltanto da dietro le quinte l’altro ex granata Morello.

L’ex bomber ha scelto il momento meno opportuno per ufficializzare un addio che si era evidentemente consumato da tempo ma non era stato annunciato. Per la società comunque un autogol, anche d’immagine, nella settimana più calda.

Hernan Barcos
Hernan Barcos con la maglia del Cruzeiro

Adesso serve un’altra scossa, sul campo, anche per non vanificare il grande lavoro avviato da un club che ha saputo dare un convincente restyling al marchio Fc, si è concentrato su un ambizioso progetto di ristrutturazione del “Franco Scoglio”, presentando l’unica adesione al bando trentennale del Comune, ma ha bisogno di ritrovare lo smalto atletico, l’entusiasmo e i risultati che avevano attirato simpatie nel passato torneo (domenica 280 biglietti saranno destinati agli abbonati). La società è pronta a rilanciare: venerdì l’attaccante argentino Pablo Caballero ha conosciuto i suoi nuovi compagni. Si lavora per ottenere il transfer dalla Spagna e si confida nei rientri di Coria e Dambros.

La rosa fin troppo ampia sarà sfoltita con le partenze in prestito di altri due under, dopo che Gnicewicz è già stato girato al Sant’Agata. Tutto in attesa del “colpo” Hernan Barcos, inseguito da settimane, che dovrebbe concretizzarsi nei prossimi giorni, anche se ottenere i documenti attesi dal Bangladesh dilaterà oltremodo i tempi. Nel frattempo urge una reazione d’orgoglio. Anche per evitare che il “Pirata” sbarchi in riva allo Stretto quando i galeoni saranno già stati saccheggiati.

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