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E’ un Messina da battaglia. Con l’Andria sfida d’alta quota

Due mesi fa esatti, era il 12 agosto, il Messina si radunava tra mille perplessità, per l’incertezza della categoria, con una rosa soltanto abbozzata e tanti giovani, ma con una grande certezza: Di Napoli. Re Artù ci ha sempre messo la faccia, anche quando c’erano solo nubi all’orizzonte. La vittoria centrata domenica contro il Matera rappresenta il punto più alto di uno splendido avvio di stagione nel quale Cocuzza e compagni sono andati ben oltre le aspettative iniziali. Dieci punti nelle prime sei giornate, un ruolino da imbattuta (oltre ai giallorossi soltanto il Catania non ha mai perso nel girone C), la miglior difesa con appena tre reti al passivo e un segnale forte dato al campionato: inutile prefissare obiettivi, ma battere questo Messina sarà difficile per tutte.

L’esultanza dei giocatori del Messina sotto la curva (foto Denaro)

Il 2-1 inflitto ai lucani, nel giorno del debutto del tecnico Padalino, vale doppio, perché ottenuto dopo quasi un’ora giocata in inferiorità numerica. Cuore, grinta e quel pizzico di fortuna che premia gli audaci, in un match che sembrava in discesa dopo il centro siglato da Tavares, il terzo di testa, primo al San Filippo. L’abilità del portoghese nel gioco aereo è già un fattore importante, specie se supportata dall’adeguato rifornimento dalle corsie laterali, come avvenuto in occasione del gol propiziato dal traversone De Vito e dalla maldestra uscita di Bifulco. L’attaccante, già decisivo in trasferta a Monopoli e Pagani, non si è fatto pregare due volte per depositare il pallone in fondo al sacco. Il tutto in attesa che la condizione fisica possa migliorare ed il minutaggio conseguentemente crescere. La staffetta con Cocuzza è però riuscita nel migliore dei modi. Nel frattempo il Messina aveva subìto il pari ad opera di Iannini, dopo essere rimasto in dieci per l’espulsione di Gustavo, già il quarto rosso del torneo. Ingenuo il brasiliano, ma fiscalissimo Valiante di Nocera Inferiore, incappato in una giornata no, come dimostrano anche le proteste biancazzurre per il penalty non concesso per un fallo di mano di Baccolo ed altre decisioni discutibili.

Padalino, allenatore del Matera (foto Denaro)

La capacità di non naufragare in dieci uomini, resistendo con ordine alle offensive del Matera e provando a ribattere colpo su colpo, è il segno di un gruppo che non molla mai ed ha trovato in Giorgione, per personalità, il leader indiscusso del centrocampo. Dietro, ad eccezione del colpo di testa concesso in solitudine a Letizia, divoratosi il possibile 1-2, Palumbo e Burzigotti, orfani dello squalificato Martinelli, hanno eretto un muro, dando sicurezza ai compagni. Quanto accaduto ad un giro di lancette dal 90’ testimonia, una volta ancora, la bellezza e l’imprevedibilità del calcio. Lo scatto di Zanini, subito decisivo al debutto in giallorosso, su suggerimento di Cocuzza, la scena che ha fatto infiammare il San Filippo.

Zanini in corsa: ottimo il suo esordio con la maglia del Messina (foto Denaro)

Il rigore procurato dall’ex cosentino con espulsione di Meola è l’emblema di una squadra che ha saputo cogliere al volo l’occasione lasciata da un Matera riversato in avanti senza costrutto. Dal dischetto Totò-gol è stato glaciale, angolando al massimo la conclusione per il 2-1. I dieci punti raccolti, nonostante il tour de force, a -2 dalla vetta, rappresentano un bottino sontuoso. E sabato c’è la sfida alla sorprendente capolista Andria, da giocare senza Martinelli e Gustavo, ma con un Parisi in più nel motore. Piedi per terra, però questo Messina piace tanto. E qualsiasi paragone con il recente passato (+6 rispetto alle prime sei giornate della stagione 2014-15) rischia di essere davvero superfluo.

Alessandro Calleri

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Alessandro Calleri

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