Carapaz vince e si veste di rosa, ma Nibali c’è e sfida ancora Roglic

CarapazCarapaz celebra vittoria e maglia rosa (foto Ansa)

Sul rettilineo finale di Courmayeur, dov’era posto il traguardo della 14esima tappa, partita all’ora di pranzo da Saint-Vincent (Aosta), si presenta un uomo solo, Richard Carapaz: viene dall’Ecuador e ha già vinto un paio di tappe al Giro d’Italia. L’anno scorso a Montevergine di Mercogliano (Avellino), quest’anno poco più su, a Frascati, a un tiro di schioppo dalla Capitale.

La sua vittoria con fuga pesa una tonnellata, perché gli ha permesso anche di indossare la maglia rosa e di diventare il primo corridore del Paese a cavallo dell’equatore a centrare un’impresa dai contorni storici. La serie di prime volte inanellate da Carapaz hanno un significato profondo e rischiano di tracciare un solco indelebile nel Giro 102. Il trionfo dell’atleta targato Movistar è stato spettacolare per come è maturato e in rapporto al valore della concorrenza, in una tappa che era destinata a ridisegnare la classifica generale.

Nibali e Roglic

Nibali e Roglic hanno continuato a punzecchiarsi

L’ecuadoriano, che adesso ha 7″ di vantaggio su Primoz Roglic in classifica e 1’47” su Vincenzo Nibali (prima della tappa odierna si trovava a 13″ dal siciliano e a 1’57” da Roglic), con un colpo di mano, ha fatto saltare il banco. Il suo scatto sulle rampe finali del San Carlo è stato irresistibile per tutti: neppure Landa e Lopez sono riusciti a resistergli. La sua maglia azzurra è sparita fra la folla e, dopo la discesa, l’ecuadoriano ha allungato ancora sulla salita più dolce che portava al traguardo.

Dove Simon Yates ha trovato la forza della disperazione per allungare e risucchiare qualcosa a chi aveva concesso tantissimo nelle scorse tappe. Morale: il Giro, da difficile, diventa bello e spettacolare, con sfide all’ultima pedalata, sogni che si mischiano alle ambizioni e duelli di altissimo profilo, non solo altimetrico. Roglic è apparso in grande spolvero, per non parlare di Nibali, che ha avuto dalla sua un Damiano Caruso semplicemente magnifico, che, come il giorno prima Pozzovivo, ha creato la selezione dei migliori e provato alcuni attacchi.

Mikel Landa

Mikel Landa è riuscito a limitare i danni (foto Ansa)

Alla fine Carapaz ha messo tutti d’accordo e spiccato il volo con uno scatto che ha spianato l’ultima vera salita. Alle sue spalle, Roglic ha continuato con il proprio “catenaccio” (ha ragione Nibali quando dice che, se vuole vincere il Giro, lo sloveno dovrà darsi una mossa), lo “squalo dello Stretto” non ha preso ulteriori iniziative e Landa si è limitato a sorvegliare.

Majka è stato fermato dai crampi e allora è partito Yates che, dopo avere gareggiato in difesa, ha cercato di guadagnare un po’ di terreno, riuscendovi. L’ultima stoccata di Nibali a Roglic sono i 4″ di abbuono guadagnati grazie al terzo posto. Da questi dettagli si vedono gli atleti più in forma. Da domenica comincia un altro Giro che, di certo, racconterà una storia diversa. Ammesso che sia possibile, magari pure più avvincente.

Simon Yates

Simon Yates ha reagito dopo alcune giornate no (foto Ansa)

La classifica generale aggiornata. 1. Richard Carapaz (Ecu) in 58h35’34”, 2. Primoz Roglic (Slo) a 00’07”, 3. Vincenzo Nibali (Ita) a 01’47”, 4. Rafal Majka (Pol) a 02’10”, 5. Mikel Landa (Spa) a 02’50”, 6. Bauke Mollema (Ola) a 02’58”, 7. Jan Polanc (Slo) a 03’29”, 8. Pavel Sivakov (Rus) a 04’55”, 9. Simon Yates (Gbr) a 05’28”, 10. Miguel Angel Lopez (Col) a 05’30”, 11. Ilnur Zakarin (Rus) a 06’04”, 12. Davide Formolo (Ita) a 08’21”, 13. Mikel Nieve (Spa) a 10’20”, 14. Tanel Kangert (Est) a 11’21”.

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