Perdichizzi: “Abbiamo visto la fine da vicino. Il cuore dei ragazzi non conosce confini”

Prendere di buono solo i due punti in classifica sarebbe oltre modo riduttivo e poco rispettoso nei confronti di una squadra che fino a 72 ore fa non sapeva se sarebbe ancora potuta scendere in campo in campionato, essendo alle prese con la peggiore crisi economica della sua storia. Il ritorno al PalAlberti ha rappresentato un’autentica svolta emotiva per Barcellona che senza due solide firme del suo roster, Kelley e Borra, ha messo sotto la capolista Tezenis Verona e prolungato la luna di miele col suo pubblico sempre più riconoscente alla sua creatura. In sala stampa coach Giovanni Perdichizzi è visibilmente emozionato e ringrazia per l’ennesima volta i suoi ragazzi che dopo la sirena hanno raccolto l’abbraccio del proprio pubblico.

La soddisfazione di Giovanni Perdichizzi

La soddisfazione di Giovanni Perdichizzi (foto Bonaceto)

“La soddisfazione è generale, non finirò mai di ringraziare i ragazzi. L’ho detto nello spogliatoio che il loro grande cuore avrebbe fatto la differenza oggi. Ringrazio in primis i miei tre collaboratori Nania, Coppolino e Trimboli perché in questo periodo che ero occupato da altre situazioni loro hanno allenato i ragazzi, anche singolarmente. Venerdì e sabato abbiamo preparato la gara ed il fatto che per 36 minuti siamo stati avanti legittima il successo. Non abbiamo mai pensato di perdere la gara neanche quando per due volte Verona è andata avanti nel punteggio, nel secondo quarto e nel terzo. Ci siamo rialzati e rimesso la testa avanti, la squadra è composta da uomini veri, abbiamo ruotato tutti gli effettivi e dalla prossima settimana entrerà nelle rotazioni anche Leonzio perché può stare in campo. Sono contento, lo sarei stato anche in caso di sconfitta, questa gara segna la ripartenza del progetto e la prima vittoria per la città. Il risultato è un qualcosa in più che i ragazzi hanno voluto regalare a tutti quelli che hanno salvaguardato il progetto come i vari imprenditori che si sono avvicinati. Merito al main sponsor che ci ha permesso tutto questo, ha ripreso in mano una situazione che fino a giovedì era critica con i vari ragazzi che erano pronti ad andare via. Ora è giunto il momento di pensare al bene comune e spegnere sul nascere qualsiasi polemica. Per Barcellona e chi ama la città l’obiettivo da raggiungere è la permanenza di questo fenomeno in riva al Longano”.
Nessun rancore per Perdichizzi, oggi osannato dalla folla della sua città dopo che un anno fa era stato costretto a digerire un esonero amaro considerate le ambizioni di alta classifica che la squadra si era prefissata ad inizio stagione.
“Mettiamo da parte l’orgoglio siculo, i tifosi sono passionali, si sa. Tutto dipende dalle aspettative che si inculcano negli stessi. Quando le aspettative sono elevate ogni inconveniente genera diatribe, quest’anno si è partito con ben altro profilo rispetto al passato  il sottoscritto non ha pensato né ai tifosi né chi per la prima volta in carriera, tolta Messina, l’ha esonerato. Tutti devono fare un passo indietro nel sposare questo progetto come ho fatto io. Non conta l’imprenditore di turno ma serve l’apporto di tutti col coinvolgimento di tre-quattro figure dirigenziali e il sostegno della città, ognuno nel proprio ruolo. Ringrazio anche la vicinanza dell’Amministrazione Comunale e Bonina che rimane primo tifoso della squadra e socio di riferimento. Pensiamo al bene comune”.
Ai microfoni del dopo gara il pivot Matteo Da Ros, negli ultimi quattro anni in doppia veste tra Barcellona e Verona ed ideale traghettatore tra gialloblu e giallorossi. Queste le sue considerazioni finali dopo un successo alla vigilia impensabile: “Fino a sabato della scorsa settimana ero pronto a ricevere il nulla osta per lasciare la squadra, oggi parliamo di una vittoria sulla capolista. Ringraziamo il nuovo sponsor, abbiamo fatto due allenamenti, alcuni si sono allenati tutti i giorni, gli altri se ne sono andati perché liberi di farlo. Battiamo la capolista col 35% da due, 32 da tre e 71 ai liberi. Loro peggio al tiro da tre punti però giocando in sette abbiamo messo il solito encomiabile cuore. Barcellona negli anni ha sempre avuto grandi squadra di talento ma non il nostro cuore perché con Verona altrimenti non avresti vinto”.
Chiude gli interventi Alessandro Ramagli, coach di Verona che non può essere soddisfatto per una prestazione sempre tesa all’inseguimento di un avversario che è riuscito a moltiplicare le energie e supplire alle assenze.

Alessandro Ramagli (Tezenis Verona)

Alessandro Ramagli (Tezenis Verona)

“Siamo una squadra che ha bisogno di tirare da tre punti, sfruttiamo molto i jumper e oggi ne abbiamo sbagliati tanti. Barcellona ha contestato molto le nostre prime opzioni e non abbiamo realizzato neanche i tiri aperti. Deficitari sia nella costruzione che nella conclusione, troppi gli errori che hanno inciso nell’economia della gara. Dovevamo cambiare il corso della gara, serviva qualcosa di differente. Reati è stato il migliore dei miei ma non credo che con un suo maggiore utilizzo la gara sarebbe potuta cambiare. La differenza è stata nel fatto che abbiamo costruito male, andando poco spalle a canestro e Barcellona ha difeso ottimamente sul perimetro. Non abbiamo mai avuto in pugno la gara, alcuni momenti l’abbiamo condotta ma mai in mano nostra. La situazione emozionale era tutto avvantaggio dei locali che ahnno vinto con merito, questo è un bagno d’umiltà opportuno per noi”.
Pensiero finale del tecnico toscano sulla situazione di Barcellona, squadra di grande tradizione che sembra aver superato la sua empasse societaria.
“La sensazione avuta da lontano è che la luce non si sarebbe mai spenta, qualcuno l’avrebbe tenuta accesa a patto di qualche sacrificio come dimostrano le partenze di Kelley e Borra. Così è stato, alcuni giocatori li conosco a fondo come Garri, Da Ros, Maresca ed hanno giocato con vigore. Le imprese e i miracoli non si possono ripetere ogni settimana, archiviata questa non si potrà chiedere un’altra già la prossima settimana. Serve una situazione più normalizzata perché si possa salvare la stagione in corso. Questi ragazzi hanno dimostrato già in passato ed oggi di buttare tutto in campo e vogliono che qualcuno li spinga a superare tutti i problemi perché le stagioni vivono nella normalità e non viceversa”.

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