Zampini a Santa Lucia del Mela: “La Juventus un’ossessione per tanti italiani”

Juventus ClubZampini al tavolo dei relatori

A voler parafrasare una celebre frase di Giulio Andreotti verrebbe da dire che “la Juventus logora chi non la tifa”, così molto spesso diventa un’ossessione e l’antijuventismo militante un vero e proprio stile di vita. È la tesi al centro dell’ultimo libro di Massimo Zampini, avvocato romano di fede bianconera, tra gli ospiti più assidui della trasmissione calcistica Pressing, dal titolo “Juventus: un’ossessione italiana”. Zampini è conosciuto tra i tifosi bianconeri fin dagli anni post-Calciopoli, quando si è reso protagonista di una vera e propria contro-informazione, per far luce a 360 gradi sullo scandalo che ha sconvolto il calcio italiano nell’estate del 2006, che a suo avviso troppo a lungo ha vissuto su una narrazione a senso unico, che vedeva la Juventus come unica colpevole, costantemente attenzionata dalla magistratura.

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Zampini a Santa Lucia del Mela

Da qui si arriva agli ultimi anni, dall’inchiesta sulle infiltrazioni della ‘Ndrangheta nella curva torinese al caso Suarez, senza che alcun dirigente venisse poi effettivamente indagato, fino all’inchiesta Prisma sulle plusvalenze, che è costata alla squadra di Massimiliano Allegri la partecipazione alla Champions League. L’inchiesta di Perugia sul dossieraggio sta facendo luce sull’attenzione morbosa nei confronti della società torinese, che non riguarda soltanto gli organi di giustizia ma anche l’informazione, come si evince dal passaggio illecito di centinaia di file alla stampa da parte di un cancelliere perugino, documenti che contenevano intercettazioni che sono finite sui giornali nonostante il segreto istruttorio. Poi ci sono i fatti di campo, nonostante l’avvento del Var la frase “la Juve ruba” fa ancora parte dell’immaginario collettivo.

Zampini da tempo fa la voce grossa affinchè gli episodi arbitrali non diventino il modo per sminuire i successi sportivi ed evidenzia come la risonanza mediatica data alle sviste arbitrali vari a seconda dalla presenza della Juve. L’avvocato romano ne ha parlato in occasione della presentazione del suo libro, evento organizzato dallo Juventus Club “Gaetano Scirea” di Santa Lucia del Mela, con il presidente Benedetto Merulla a fare gli onori di casa. L’evento si è tenuto nel forte dell’ex Carcere Borbonico, un appuntamento aperto anche ai sostenitori di altre squadre, come testimoniano le presenze del direttore di 98Zero Benedetto Orti Tullo, di fede interista, del direttore di Antenna del Mediterraneo Francesco Anania, milanista, e Giuseppe Puliafito, direttore di 24 Live, anch’egli juventino.

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Del Piero e Agnelli in una stampa celebrativa allo Juventus Club

Durante la presentazione del suo libro, Zampini ha fatto capire come l’ossessione per la Juventus abbia da tempo varcato le soglie dei bar per trasferirsi negli uffici delle procure: “Nel libro avanzo dei dubbi sulla gestione mediatica del caso Suarez, la Juventus nel 2021 subì un vero e proprio processo mediatico senza che venisse mai coinvolto alcun dirigente della società torinese. Nelle carte dell’indagine della Procura di Perugia non ci sono nomi di personaggi riconducibili al mondo dello sport, a parte Andrea Agnelli, Massimiliano Allegri e Cristiano Ronaldo. L’inchiesta è finita senza conseguenze per la società ma intanto per settimane si è buttato fango che difficilmente verrà rimosso. Occorre domandarsi chi sono i mandanti”. 

“Quello che più preoccupa è che la Juve viene continuamente e deliberatamente etichettata come “ladra” anche da alte cariche dello Stato o da magistrati che non perdono occasione per dichiarare il proprio odio verso i colori bianconeri in mezzo alle risate generali, come successo ad esempio con il giudice Ciro Santoriello che poi avviò l’inchiesta Prisma sulle plusvalenze. O con i componenti del Collegio di Garanzia del Coni che discussero il ricorso sulla penalizzazione da 15 punti avuta l’anno scorso: tutte persone che sui loro profili Facebook avevano video dove cantavano “chi non salta bianconero è” o foto con le sciarpe con su scritto “Juve m…”, dodici mesi fa passavamo per vittime ma la realtà dei fatti è questa. Ritengo giusto che ognuno abbia una fede calcistica, ma se si rivestono ruoli istituzionali non si deve cadere in certi comportamenti. Chi dice che guarda caso dietro ogni scandalo c’è sempre la Juve ha avuto le risposte: è l’unica società che viene intercettata e dossierata in modo anche illegittimo”. 

Massimo Zampini

Il giornalista di fede juventina Massimo Zampini

Zampini da anni si batte anche sul trattamento mediatico ricevuto dalla Juventus: “Sicuramente lo juventinismo non aiuta. Fra telecronisti e conduttori è davvero difficile trovare qualcuno dichiaratamente juventino e questo è particolare se si pensa che stiamo parlando della squadra tifata dal 30% degli sportivi italiani. Sui social c’è chi si sta creando una seconda carriera avvelenando i pozzi, gettando discredito sulla Juventus, associandola a fattori negativi e diventando così antijuventino di professione. La cosa grave è che questi personaggi per trent’anni sono stati nelle reti nazionali nascondendo il loro odio per la Juventus, dicendo che certe battaglie andavano fatte per il bene del calcio italiano”. 

Sul caso di Perugia la società si è trincerata dietro il classico “silenzio sabaudo”, che Zampini giudica così: “Nel libro ne parlo con il direttore di Tuttosport, Guido Vaciago, che ricorda come il motto di casa Agnelli sia “Agli altri le parole, a noi i fatti”. Anche lui si domanda se nell’era dei social abbia ancora un senso continuare con questo atteggiamento, io credo che qualcosa vada cambiata nell’ambito della comunicazione. Il silenzio della società non può essere una giustificazione per non difendere la Juventus quando viene attaccata, sotto questo punto di vista le altre tifoserie sono più compatte mentre i bianconeri sono sempre poco combattivi”. 

Massimo Zampini

La copertina del libro di Massimo Zampini

Per Zampini, infine, appare evidente come il coinvolgimento di Andrea Agnelli nella creazione della Superlega sia stata la miccia che ha portato il mondo antijuventino a rimettersi in moto: “Le attività di dossieraggio nei suoi confronti partono il giorno dopo la nascita ufficiale della Superlega. Si rimette in moto un vero e proprio mondo, tanto che si vanno a sbirciare in modo poco chiaro anche i movimenti di Allegri e di Cristiano Ronaldo. Sembra vi sia stato un tentativo di fare saltare la cessione del giocatore portoghese al Manchester United, che ha agevolato le casse della società. La Juventus durante il processo sportivo per le plusvalenze ha vissuto cinque mesi sotto ricatto dell’Uefa, che puntualmente ricordava come la vicenda della Superlega avrebbe inciso sulla decisione per l’esclusione dei bianconeri dalle coppe europee”. 

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