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Torino: “Che ricordi, Corona non mi stupisce. I 58 gol? Scelgo quello al Palermo”

E 58. Con la rete all’Ischia, valsa l’1-1, Giorgio Corona ha raggiunto al quarto posto della classifica dei bomber all time un altro attaccante simbolo della storia del Messina: Vittorio Torino. I due furono insieme in giallorosso nel 1998-99, con la punta di San Giorgio a Cremano che arrivò a quota 24 centri (più uno nei playoff), record personale in una stagione tra i professionisti. Adesso rende omaggio all’ex compagno: “Mi fa molto piacere che Giorgio abbia raggiunto queste cifre e non mi stupisce affatto che a quasi 41 anni abbia questo rendimento, avendolo visto all’opera anche da compagno di squadra. Conduce una vita sana, sta tuttora bene fisicamente e a questo abbina le grosse qualità tecniche che ha sempre avuto. Gli fa dunque soltanto onore essere ancora su questi livelli. I ricordi che ci accomunano sono tanti, legati a partite vinte, con lui di fianco, assist e gol. E’ stato sempre una persona semplice e genuina, con la quale scherzavo spesso perché aveva la battuta pronta. Merita davvero tutte le soddisfazioni che ha ottenuto in carriera”.

Corona prova a riconquistare un pallone

Se Corona nelle prossime sfide cercherà di incrementare ancora il bottino, Torino, sfogliando l’album dei ricordi, indica qual è stata la sua rete più importante tra le 58 siglate con la maglia giallorossa: “Scelgo il gol realizzato alla “Favorita” contro il Palermo nel 2000. Superammo 2-1 i rosanero e quel successo ebbe un significato particolare, dato che il Messina non vinceva lì da 40 anni. Noi riuscimmo a sfatare il tabù. Mi piace citare quella rete anche per il modo in cui è arrivata. Avevo appena sbagliato un rigore, ma dopo trenta secondi mi riscattai siglando l’1-1, cui seguì il raddoppio di Godeas”.

Il Messina di oggi, nonostante i gol di Corona, fatica però terribilmente in Lega Pro. “Sto seguendo la squadra, è in una situazione difficile. Dispiace soprattutto per i tifosi e per la gente di Messina. Dopo la cavalcata trionfale della scorsa stagione, conclusa con la promozione, non ci si aspettava un’annata così, con più delusioni che soddisfazioni, nella quale la squadra sta lottando per la permanenza nella categoria. Di certo la piazza meriterebbe ben altri palcoscenici”.

Vittorio Torino, ex bomber del Messina

Alle porte c’è ora per il Messina la sfida di Benevento. Basta pronunciare il nome del prossimo avversario a far ritornare inevitabilmente in mente la finale playoff persa nel 1999 contro i sanniti al “Via del Mare” di Lecce. Un 1-2 ai tempi supplementari che premiò i campani, promossi in C1, gettando nello sconforto Torino e compagni. “La ferita aperta da quella sconfitta l’abbiamo comunque sanata stravincendo il campionato successivo. Del ko maturato a Lecce ricordo soprattutto la grande delusione che provammo come squadra e poi ovviamente la tristezza tra la gente. Se avessimo giocato contro il Benevento altre dieci volte non avremmo mai perso. Quel giorno, però, si gettarono le basi giuste per andare avanti. Poteva verificarsi un autentico sfascio, invece la società di allora volle ripuntare sullo stesso gruppo, inserendo in rosa degli elementi di qualità che ci diedero quel qualcosa che mancava, tanto da centrare addirittura il doppio salto, dalla C2 alla B. Dalla sconfitta con il Benevento, insomma, nacque il grande Messina che arrivò fino in Serie A“.

Sasà Marra in panchina

A sedici anni di distanza da quella partita ecco l’impegno di sabato al “Vigorito”. “In queste gare di fine stagione contano soprattutto le motivazioni e spero che il Messina ne abbia di più, sebbene il Benevento ha appena cambiato allenatore e chi è subentrato ci terrà a fare bella figura, al di là della classifica che li vede alle spalle della Salernitana”.

In ottica playout, invece, nutre soprattutto una speranza: “Mi auguro che il Messina non debba affrontare proprio l’Aversa Normanna. Per Sasà Marra sarebbe una botta tremenda se da allenatore dovesse incontrare i giallorossi in una doppia sfida con in palio la permanenza. Tecnicamente a questo punto una vale l’altra come rivale, ma il Messina dovrà fare il Messina. Se vuole salvarsi, per il blasone che ha, dovrà giocare ai playout da grande squadra. La salvezza va raggiunta a tutti i costi”.

I tifosi del Messina (foto Paolo Furrer)

Per tre stagioni, da idolo della tifoseria, ha infiammato il pubblico del “Celeste” a suon di gol (48 tra campionato e playoff più 10 in Coppa), contribuendo a scrivere pagine memorabili nella storia del club. Un’avventura che si è chiusa nel 2001, dopo la delusione per il penalty fallito contro l’Avellino e la conquista della Serie B attraverso i playoff. Immagini indelebili, tanto che al telefono è bastata la parola “Messina” a far provare emozioni forti all’ex bomber, ripensando alla città che rappresenta per lui una seconda casa. Il Vittorio Torino di oggi, a 42 anni, ha ancora tanta voglia di calcio: “Questo sport è tutta la mia vita. L’anno scorso mi occupavo di una scuola calcio, mentre ora vivo a Ravenna. Senza calcio si sta male, per questo mi piacerebbe allenare. Intanto, restando in attesa di una chiamata, mi sto godendo la famiglia”.

Alessandro Calleri

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Alessandro Calleri

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