Chi riteneva che con la recente pronuncia del TAR si fosse scritta la parola fine sulla vicenda che riguarda la salvaguardia dei campi di Pompei non può ancora dormire sonni tranquilli. Dopo che il Giudice Amministrativo ha rigettato il ricorso proposto dalla Provincia di Messina dei Frati Minori Cappuccini e dall’impresa Progettazioni e Costruzioni Bombaci s.r.l. la questione si sposta, adesso, sulla gestione e sui rapporti intercorrenti tra l’ordine dei Frati Minori Cappuccini e la Comunità Sportiva che, ricordiamo, da 40 anni opera con finalità ricreativa in quegli spazi.
In buona sostanza la vicenda vede la Provincia di Messina dei Frati Minori Cappuccini, rientrata nel possesso dell’area, a seguito di apposita convenzione con la Parrocchia, richiedere alla “Comunità Sportiva Pompei” la liberazione immediata delle strutture, che, come da Statuto, sono state messe a disposizione dal Parroco nel lontano 1977 per un’adeguata realizzazione delle finalità associative, nel contesto del progetto pastorale della parrocchia stessa.
E’ di qualche settimana fa la raccolta firme (oltre 1200, ndc) avviata dai numerosi fruitori dei campetti sportivi e che la stessa Comunità ha inviato al Vescovo nella piena consapevolezza di operare nel giusto ed al fine di poter proseguire, con rinnovato spirito di collaborazione, il percorso di educazione e formazione attraverso lo sport e non solo.
La vicenda assume significati rilevanti perché è facile prevedere che di questa querelle ne risentirà non solo l’intera comunità parrocchiale di riferimento ma anche parte della cittadinanza che da sempre riconosce, con affetto e forte spirito di appartenenza, questi luoghi come centro di crescita umana e cristiana.
L’eventuale rilascio delle strutture sportive attualmente gestite dalla Comunità Sportiva Pompei e la consegna delle chiavi delle strutture (un campo di basket ed uno di calcio, ndc), impedirebbe la regolare prosecuzione delle attività di bambini, ragazzi, giovani e meno giovani con la conseguenziale interruzione delle stesse.
Questa possibilità oltre a determinare, con facile previsione, l’arresto improvviso delle molteplici iniziative in atto, decreterebbe lo scioglimento definitivo della stessa Comunità, stante l’impossibilità di reperire, all’interno della parrocchia stessa, idonei luoghi dove proseguire la propria attività.
Da sottolineare inoltre il dato dei numerosi giovani che, con spirito di sacrificio, hanno aderito ad un percorso sportivo ed umano di alto profilo curato dalla Comunità.
Quest’ultima intende ribadire la massima disponibilità e condivisione alla risoluzione del problema nel pieno rispetto delle esigenze parrocchiali auspicando che il Vescovo, anche se sostanzialmente “influente” in modo marginale, nella sua sensibilità di Pastore e per la sua formazione salesiana, si adoperi, (glielo chiedono 1200 cittadini), affinché la Parrocchia e, quindi, l’Associazione “Comunità Sportiva Pompei” (di cui il parroco ne è parte costitutiva) possa riavere nella propria disponibilità le aree dove ricadono le strutture sportive e ricreative sopra meglio specificate, al fine di poter proseguire, con rinnovato spirito di collaborazione, il percorso di educazione e formazione attraverso lo sport da decenni avviato. La vicenda “Campetti di Pompei” è quindi delineata e, di certo, non farà mancare nuovi spunti di riflessione nei prossimi giorni. Ancora una volta chi rischia di rimetterci sono in primis gli sportivi, i giovani e i bambini della nostra città che negli anni hanno sempre praticato le discipline sportive a loro congeniali, trovando l’agevolazione di idonea collocazione logistica e spirituale ma che da oggi rischiano seriamente di vedere compromesso il proprio futuro e di quello di un’area a loro particolarmente a cuore. Un non senso se si vuole salvaguardare la citazione del Vangelo con Gesù che disse loro: “Lasciate che i bambini vengano a me, perché di questi è il regno dei cieli”.
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