Circa quaranta persone sono indagate a Messina nell’ambito di una nuova inchiesta della Procura sul “calcioscommesse”. L’anticipazione è della Gazzetta del Sud, in edicola quest’oggi. I finanzieri indagano su professionisti, calciatori, scommettitori illegali e, secondo quanto trapela, su alcuni titolari di agenzie cittadine. Spicca il nome di Arturo Di Napoli, che allenò il Messina nello scorso campionato, fino a quando non venne squalificato proprio per un altro procedimento relativo alle combine, e che lo vedeva a Savona all’epoca dei fatti contestati. “Re Artù” risulta infatti squalificato per 3 anni e 6 mesi dopo lo scandalo denominato “Dirty Soccer”.
La Guardia di Finanza ha effettuato martedì perquisizioni e sequestri a tappeto a Messina, in studi professionali e abitazioni private di scommettitori. Il sostituto procuratore Federico Massara ipotizza l’associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva e la truffa. Il periodo preso in esame va dall’1 dicembre 2015 al maggio 2016. Nel mirino degli inquirenti, che hanno raccolto parecchio materiale cartaceo e informatico, compresi tablet e computer, ci sarebbero quattro partite dei giallorossi. Le puntate, per migliaia di euro, nelle varie agenzie di scommesse avrebbero riguardato queste gare: Casertana-Messina 4-1 del 21 dicembre 2015, Messina-Martina 3-0 del 9 gennaio 2016, Messina-Benevento 0-5 del 16 gennaio 2016 e Messina-Paganese 2-2 del 14 febbraio 2016.
Secondo la Procura peloritana i risultati sarebbero stati “predeterminati” e le scommesse avrebbero quindi garantito profitti illeciti con danni rilevanti per i gestori delle agenzie. Le partite in oggetto erano già finite già nel mirino del Viminale per anomalie nei flussi di gioco. Le partite erano state segnalate a inizio 2016 alla Procura Federale anche dalla Lega Pro presieduta da Gabriele Gravina, che si appoggia a sua volta a SportRadar per il monitoraggio dei flussi. Ai bookmaker la Guardia di Finanza chiese riscontri sulle singole giocate, gli indirizzi delle agenzie, i dati anagrafici dei giocatori e le modalità di pagamento usate per puntare e riscuotere le vincite. Nelle perquisizioni sono stati coinvolti una decina di finanzieri, che hanno passato al setaccio perfino le auto di proprietà degli indagati.
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