L’ex ds del Messina, Enzo Nucifora, in una lunga intervista a Tuttolegapro.com, parla dopo essere stato scagionato dall’accusa di associazione a delinquere nell’ambito delle indagini sul calcioscommesse. “Mi hanno ucciso il 19 maggio alle ore 5:15 del mattino: a 70 anni suonati ho visto casa mia invasa dalla Polizia per un’accusa infamante. In 40 anni di attività ho sempre dimostrato la mia onestà, anche da avvocato: non ho mai avuto un giorno di squalifica – ricorda il dirigente all’epoca dei fatti nella Torres, oggi malato – ho sempre avuto la fedina penale pulita. E adesso, dopo una vita intera, avrei iniziato a vendermi le partite. Un’accusa ingiusta che mi fa morire dentro giorno dopo giorno. Adesso sono libero con obbligo di dimora a San Benedetto del Tronto. Ma soprattutto è caduto un capo di accusa pesantissimo, l’associazione a delinquere. Dispiace che questa news non sia stata data dai giornali, così celeri nello sbattermi in prima pagina il giorno dopo l’arresto. E per questo voglio urlare a tutti la mia innocenza”. Continuerà a seguire il calcio? “Non allo stadio, perché non ne avrei la forza. Però ho sempre voluto bene ai miei club, anche se la più amata rimane la biancoscudata del Messina: andavo allo stadio sin da bambino e ho avuto la fortuna di esserne dirigente. E’ stato un grande dolore vedere la squadra retrocedere, soprattutto in un derby sentito come quello con la Reggina. Calcioscommesse? Non so quindi non mi esprimo, spero non sia vero nulla. Ho ancora a mente la formazione della prima Serie A. Ricordo che compravo il biglietto il martedì e lo mettevo sul comodino, il sabato non dormivo e non vedevo l’ora che arrivasse domenica per andare al mitico stadio “Celeste” nel quale nessun avversario vinceva mai. Ho ancora fotografie dello stadio stracolmo: era un altro mondo calcistico, un’altra passione. I tempi di Schillaci, Protti, Scoglio e Massimino sono indimenticabili. Dispiace che tanti protagonisti di allora se ne sono andati ma grazie a loro i tifosi rimarranno sempre fedeli alla maglia”.
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