Non c’è solo Ricciardo. Meloni apre al Messina, il Nardò opta per Balistreri

Un posto per due. Dopo avere strappato l’ivoriano Dezai al Como, il Messina deve scegliergli una spalla. In pole position, salvo clamorose novità dell’ultima ora, restano infatti il 30enne messinese Giovanni Ricciardo e il 31enne nuorese Giuseppe Meloni.

Ricciardo ha collezionato in carriera 269 presenze, siglando 70 reti. Le sue migliori annate nel Fondi (13 gol nel 2011-2012) e nella Leonzio, con cui ha vinto l’ultimo campionato di D, firmando da capitano quindici centri. L’attaccante, una vecchia conoscenza di Venuto con cui ha condiviso la felice esperienza di Milazzo, si allena da qualche giorno con il Rende, che ha appena presentato il suo ricorso al Collegio di Garanzia del Coni, nel tentativo di ottenere il ripescaggio in C sfumato per una problematica legata alla fideiussione.

Il suo procuratore, il messinese Maurizio Casilli, che assiste anche il neo-giallorosso Pasquale Porcaro, ha nuovamente incontrato il presidente Pietro Sciotto a margine della seconda giornata di ritiro. Nelle prossime ore, l’operazione potrebbe decollare ed andare a buon fine.

Per il ruolo di prima punta resta però in ballo anche Meloni. La punta sarda di centri ne ha realizzati ben 153 in 292 gare. Eccellente il quadriennio con Torres, Savoia, Akragas e Fondi (dove ha timbrato ben 26 volte), deludente invece l’ultima annata vissuta tra Campodarsego e Cavese. Como e Nuorese hanno messo di più sul piatto ma il calciatore preferisce la destinazione siciliana. Ad Agrigento si è trovato molto bene e sarebbe pronto a rinunciare a parte dell’ingaggio per ripartire dal calore del Sud.

Meloni peraltro non dovrebbe essere più un obiettivo dell’ambizioso Nardò, che si è assicurato invece Pietro Balistreri, per il quale aveva effettuato un sondaggio anche l’ACR. L’attaccante con la maglia della Reggina aveva condannato proprio il Messina alla seconda sconfitta nel play-out di Lega Pro e quindi alla retrocessione tra i Dilettanti. Anche in virtù di questo precedente storico, poco gradito alla tifoseria, il presidente Sciotto non avrebbe affondato il colpo. L’ex Taranto resta quindi in Puglia.