Messina, Infantino: “Io non mollo e mi assumo tutte le responsabilità”

MancusoI tecnici Mancuso e Infantino in panchina

La seconda batosta è servita. Zero gol fatti e sei subiti in due giornate dal Messina, steso anche dall’Igea Virtus. Il tecnico Pietro Infantino ci mette la faccia, senza nascondersi: “Sicuramente è stato un disastro. Mi assumo tutte le responsabilità. La prima cosa che ho detto quando sono arrivato a Messina è che le mie squadre difficilmente sbagliano le partite a livello caratteriale. Invece non siamo una squadra di D, perché abbiano i nomi ma ci mancano aggressività, corsa, unione e cattiveria agonistica. Non abbiamo queste caratteristiche ed è colpa dell’allenatore” commenta così ai microfoni di Radio Amore.

Confronto tra tifoseria e squadra (foto Nino La Macchia)

“Non sto rispondendo con i fatti – aggiunge l’allenatore giallorosso – per quello che la società ha investito e la città si aspetta. Io vivo di calcio, ma quando non ci sono risultati il primo colpevole è l’allenatore. Abbiamo una grande squadra che non sta rispondendo alle esigenze del pubblico. Vengo dalla terra e nella mia vita non mi ha mai regalato nessuno. Ho fatto dei campionati importanti con formazioni blasonate ma tecnicamente discrete, con la squadra che però si calava nella categoria con grande impegno. Noi questo adesso non lo abbiamo”.

“Io non mollo – spiega Infantino – so cosa significano le difficoltà e sono qui a lavorare. Ho preso un impegno con me stesso e con questa città, farò di tutto fin quando la società mi darò la possibilità, di portare in alto il Messina. Quando capirò che non sarà più possibile alzerò bandiera bianca.  Sono un testardo, tutto quello che ho costruito l’ho fatto col sudore della fronte. Mi sento in difficoltà con questa tifoseria che mi ha contestato e col presidente Sciotto. C’è grande amarezza, la società ha fatto degli investimenti e non ci sono i risultati. L’Igea, invece, non ha investito tantissimo e ci ha fatto tre gol”.

Pietro Sciotto

L’amarezza del presidente Pietro Sciotto (foto Nino La Macchia)

Sul modulo (3-4-3) che non ha convinto, scelto in queste prime due giornate, e sulla sua posizione, infine, chiosa: “Siamo passati al 4-4-2 e al 4-3-3, il modulo è importante ma soprattutto certe caratteristiche sono essenziali. La mia panchina traballa? Questo può anche succedere, non mi meraviglio, ma sono qui e non mollo, sono a disposizione della società. Non lo riterrei giusto un esonero, ho preso una squadra formata da poco con tanti giocatori non ancora in condizione. Lavorerò e continuerò a farlo fino a quando la società mi darà questo onore”.

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