Messina ad un punto dal baratro. Con l’Aversa di Marra sarà spareggio

Messina e Cosenza a fine gara

Serie di sconfitte interrotta a quota sei e prima volta nel girone di ritorno senza subire gol. Le note liete dopo lo 0-0 con il Cosenza si fermano praticamente qui. Quella presentata alla vigilia come una delle “otto finali” ha ancora di più acuito la crisi del Messina. Già, perché diventa davvero duro ritenere il pareggio di sabato come un sensibile passo avanti, anche alla luce di una classifica che si è fatta delicatissima. La salvezza diretta, ormai un miraggio, è a sei lunghezze (sette a causa dei risultati negativi negli scontri diretti con il Melfi), ma ciò che più spaventa adesso è l’ultimo posto, quello che porta all’immediata retrocessione in D, distante un solo punto. Savoia 27, Messina 26, Aversa, Reggina e Ischia 25: ecco lo scenario a sette giornate dal termine, con le annunciate penalizzazioni (è così difficile ottenere tempi più rapidi dalla Giustizia sportiva ?) che potrebbero però stravolgere presto il quadro.

Una mischia in area (foto Isolino)

Ravaglia salva in tuffo (foto Isolino)

Nel prossimo turno, in casa della squadra di Marra e degli ex De Vena e Lagomarsini (Orlando e Di Costanzo quelli sulla sponda peloritana) sarà già un anticipo di playout. Una sfida alla quale i giallorossi si presenteranno dopo due mesi trascorsi senza lo straccio di una vittoria, con la miseria di due punti messi insieme in nove gare. Non è bastato sin qui nemmeno lo scossone dato dal cambio alla guida tecnica per riaccendere una squadra che sembra spenta, sia mentalmente che a livello fisico, come dimostrano i continui riferimenti dei protagonisti alla temporanea mancanza di un preparatore atletico. Le novità tattiche varate da Di Costanzo contro il Cosenza, leggasi difesa nuova di zecca Altobello-Pepe-Silvestri-Benvenga e Cane riadattato ad esterno di centrocampo, come ai tempi in cui con la Vigor Lamezia aveva segnato cinque gol in una stagione, non hanno del tutto prodotto gli effetti sperati. Né è giovata la libertà d’azione concessa a Ciciretti, che l’allenatore di Acerra aveva già avuto alle sue dipendenze a Carrara. Corona, in preda al nervosismo e Orlando, più lucido ma poco incisivo, non hanno avuto tanti palloni giocabili, specie nell’arco di un secondo tempo giocato al piccolo trotto da entrambe le squadre.

Corona in area silana (foto Isolino)

Corona in area silana (foto Isolino)

E dire che le maggiori motivazioni del Messina avrebbero dovuto avere la meglio contro un avversario che giungeva in riva allo Stretto reduce da cinque risultati utili consecutivi e per questo senza assilli legati alla classifica, oltretutto con un deficitario rendimento esterno (una sola vittoria lontano dal San Vito). Se Berardi non avesse sventato con un grande intervento il rigore calciato da Calderini, al minuto 3, il rischio di dover assistere ad un altro tonfo sarebbe stato più che concreto. Ridurre al penalty non concesso, per un contatto in area tra Tedeschi e Orlando, la disamina di una partita nella quale era lecito attendersi un altro tipo di prestazione, come sancito dalla tifoseria che ha salutato i giocatori all’uscita dal campo con il coro “Meritiamo di più”, non sembra il miglior modo per esaminare il drammatico momento del Messina, che affonda le sue radici in un ritiro estivo iniziato con colpevole ritardo e poi in un insufficiente mercato invernale. Ci sarà però tempo per i processi, perché intanto occorre tentare il tutto per tutto per mantenere una categoria ottenuta con grandi sacrifici nei primi due anni di gestione Lo Monaco.

Nigro in azione (foto Isolino)

Nigro in azione (foto Isolino)

Aversa fuori, Martina al “San Filippo” nel giovedì pre-pasquale e poi Catanzaro in trasferta e Ischia in casa: il destino del Messina passerà probabilmente da queste cinque gare, perché i 270’ conclusivi riserveranno a Corona e compagni le proibitive sfide con Salernitana e Benevento, in lotta per la promozione, e il match di Torre Annunziata con il Savoia. E’ necessario ripartire dai parziali e pur insufficienti segnali di reazione mostrati con il Cosenza dagli uomini di Di Costanzo, che peraltro avrà nuovamente a disposizione Stefani e spera di vedere crescere il minutaggio di Mancini. Ma per centrare l’operazione salvezza e portare punti pesantissimi via da Aversa occorreranno anche un moto d’orgoglio ed una rinnovata consapevolezza nei propri mezzi. Il Messina timoroso dei primi tre mesi del 2015 ha già complicato oltremodo i suoi piani. Altre uscite a vuoto non saranno più rimediabili.

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