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Manfredi: “Il futuro del Messina dipende da Lo Monaco. Al San Filippo due grandi date”

L’allestimento del palco che ospiterà Vasco Rossi nella prima delle due grandi date dell’estate messinesi coincide anche con il ritorno di Lello Manfredi nello stadio in cui guidò da presidente l’ACR: “Questa la sento un po’ come casa mia ormai da anni, anche perché il San Filippo lo abbiamo inaugurato nel 2004 con un’amichevole giocata contro la Juventus, quando il Messina era gestito dalla famiglia Franza. È dunque sempre un’emozione unica ritornarci, perché questo stadio trasmette troppi ricordi”.

Un centinaio i lavoratori impiegati al San Filippo ai quali vanno aggiunti gli uomini delle produzioni dei concerti

Dai 40.000 per “Blasco” ai quasi 30.000 previsti per il concerto di Jovanotti: il “San Filippo”, per due notti, tornerà a risplendere e ad accogliere cornici di pubblico di tutto rispetto: “Speravamo anche in qualche spettatore in più per Lorenzo, ma i meriti per questi numeri non sono nostri, in quanto vanno certamente attributi agli artisti che hanno un seguito talmente importante e sono così amati dai loro fans. Noi ci occupiamo soprattutto degli aspetti organizzativi a livello locale. Escludendo la produzione di Vasco (che ha raggiunto Messina a bordo di ben 60 tir, ndc) e tutto il relativo personale, vi sono già almeno un centinaio di persone che lavorano per l’allestimento del palco ed altri cento sono dietro le quinte. Insomma, una macchina gigantesca. Solo chi la vive dal di dentro può rendersene conto”.

I locali interni, ristrutturati, ospiteranno per tre settimane i lavoratori coinvolti e lo staff degli artisti

Sulle sorprese legate a palco e scalette Manfredi non può sbilanciarsi: “È tutto così segreto che nemmeno noi che lavoriamo giorno e notte riusciamo a saperne qualcosa in più. Dall’entourage di Vasco, a detta dello stesso artista, trapela che viene ritenuto come il suo tour più bello ed allora c’è da crederci. Il “Blasco” attira anche i fans di vecchia data e chi verrà a vederlo si divertirà tantissimo. C’è inoltre grande curiosità legata a Jovanotti, che è un’artista vulcanico. Da Lorenzo c’è da sempre da aspettarsi qualcosa di nuovo. Per il suo concerto prevedo un maggior numero di nuclei familiari, in quanto vicini al messaggio lanciato dall’artista”.

Le polemiche per l’organizzazione dei concerti negli stadi non hanno generato malumori soltanto a Messina, dove si sono registrate le reiterate lamentele di Pietro Lo Monaco. L’ultimo caso è quello di Napoli con il club del presidente De Laurentiis che ha sparato a zero nei giorni scorsi contro gli organizzatori proprio delle serate di Vasco e Jovanotti, sottolineando soprattutto i rischi per il manto erboso del “San Paolo”. “È una storia atavica, purtroppo si parla sempre di questo dualismo tra sport e spettacolo. In realtà la musica non ha tutte le problematiche che quotidianamente attanagliano il mondo del calcio. Secondo me sono tutte polemiche strumentali che a Messina comunque non ci saranno, perché al termine del concerto di Jovanotti, già il 19 luglio, una ditta specializzata si occuperà di rifare il manto erboso. La società calcistica, qualunque essa sia, si ritroverà così lo stadio agibile per 40.000 posti con il terreno di gioco nuovo”.

Il San Filippo ospiterà i concerti, in attesa di riabbracciare magari il grande calcio. Il 19 luglio il via al rifacimento del manto erboso

Ovvio chiedere a Manfredi una previsione sul futuro del calcio messinese, dopo il disimpegno annunciato dall’attuale proprietà, dalla quale si attendono adesso segnali concreti: “Il presidente ha detto che avrebbe chiuso la sua gestione il 30 giugno, ma non credo che lasci la società, né credo alle voci sulle varie cordate. Si fanno i conti senza l’oste, ovvero la famiglia Lo Monaco. Sarà l’attuale proprietario a dettare i tempi se volesse passare la mano. Intanto mi sembrano più chiacchiere da bar e preferirei maggiore concretezza, visto che le date dei ritiri si stanno avvicinando e rischiamo di partire, ancora una volta, col piede sbagliato. Mi auguro da addetto ai lavori che si possa arrivare ad una soluzione. Impensabile che una città come Messina, con dei tifosi così passionali, quasi unici in Italia, non abbia una squadra ed una società di calcio degna di tal nome”.

Alessandro Calleri

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Alessandro Calleri

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