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Il talento di Ciciretti non interrompe il digiuno. Ma conforta la reazione

Dopo quattro mesi il Messina era pronto ad interrompere un nuovo digiuno. Contro il modesto Savoia i peloritani avevano ritrovato il successo interno che mancava da ben nove giornate. Ad Aprilia, contro una rediviva Lupa Roma, è sfumato invece sui titoli di coda il possibile blitz, che avrebbe rappresentato il secondo acuto esterno dopo quello del “Granillo” di Reggio Calabria (era il 14 settembre). Probabilmente, analizzando la sfida, il 2-2 conclusivo è anche il risultato più giusto, considerati i legni centrati da Leccese nella prima frazione e da Tulli nella ripresa e le “paratone” di Iuliano, capace di opporsi da campione a più riprese ai volenterosi capitolini.

La delusione dei calciatori del Messina, che hanno pregustato a lungo l’impresa (Alfano/Activa)

I biancoscudati, sostenuti nel Lazio da una splendida cornice di pubblico, grazie alla quale hanno giocato praticamente in casa, devono mordersi le mani per le opportunità non sfruttate sul 2-1. Due le palle gol macroscopiche sulle quali Orlando, con la testa prima e con i piedi poi, non è però riuscito ad imitare l’implacabile Corona, che con cinismo ha firmato invece la sua sesta marcatura stagionale. Poi ha peccato di inesperienza, figlia della gioventù, Bonanno, che in contropiede ha ignorato Izzillo e “Re Giorgio”, costringendo Rossi alla deviazione sopra la traversa.

Dal possibile 3-1 si è arrivati così al pareggio firmato con un preciso stacco proprio dal portiere di casa in proiezione offensiva. Sull’ultimo affondo al Messina è mancata la buona sorte che in precedenza aveva baciato un collettivo capace comunque di reagire al secondo timbro stagionale dell’argentino Leccese, che – ironia della sorte – non andava a segno dall’esordio vittorioso con il Lecce. Fin dall’avvio si era fatto apprezzare per verve e numeri balistici l’ispiratissimo Ciciretti, capace di firmare l’immediato uno-due con una parabola di rara bellezza e precisione da fuori area. Il talento del romanista potrebbe essere la chiave di volta in un’annata in cui troppo spesso i giallorossi hanno mostrato un pesante handicap in termini di qualità.

Lo straordinario colpo d’occhio offerto dai tifosi del Messina ad Aprilia (Alfano/Activa)

Quello del “Quinto Ricci” è sicuramente un punto guadagnato se si pensa che alla vigilia la panchina imbottita di giovani aveva fatto temere il peggio. Ma si tratta anche dell’ennesima occasione sprecata contro una diretta concorrente, che aveva ottenuto la miseria di un punto nelle ultime sei uscite, anche se al “Via del Mare” era stato ancora un palo a togliere all’ex Cucciari un pareggio meritato. Grassadonia può godersi anche uno Iuliano in stato di grazia. Ecco perché Lagomarsini ha cercato fortune altrove, contribuendo peraltro ai timidi segnali di risveglio di un’Aversa Normanna capace di bloccare la quotata Casertana. Ed anche Berardi, che sperava in un minutaggio maggiore dopo l’amara esperienza di Grosseto, di questo passo dovrà rassegnarsi alla panchina, a meno che il Messina non si assicuri altri over tra i calciatori di movimento.

Di certo anche il match con la Lupa Roma dimostra che occorre una valida alternativa in attacco dopo la partenza di Bjelanovic. Bisogna poi intervenire anche sulla corsia sinistra, dove sembra soffrire eccessivamente Donnarumma, al quale manca peraltro una valida alternativa, considerata la perenne indisponibilità di Marin. E domenica nel derby con la Reggina non ci sarà Mancini, che verrà squalificato per via dei due cartellini rimediati in precedenza con la maglia de L’Aquila. In attesa della formalizzazione degli innesti in difesa di Magliocchetti e Serpieri e degli addii di chi è già separato in casa, il direttore sportivo Danilo Pagni è chiamato a garantire una panchina più profonda perché l’entusiasmo dei giovani serve poco quando le contendenti puntano sul mestiere e l’esperienza, soprattutto nei finali di gara.

La rete di Leccese aveva “gelato” i biancoscudati, protagonisti però di una confortante reazione, sfociata nell’uno-due firmato Corona-Ciciretti (Alfano/Activa)

Almeno il campionato è vivo e promette sorprese e spettacolo. Basti l’esempio del Savoia, che dopo la débâcle del San Filippo ha saputo incollare i cocci ed ottenere quattro punti contro Melfi e Vigor Lamezia. Dall’ottavo posto in giù, occupato da un Catanzaro in smobilitazione, nessuno può dirsi ancora sicuro di avere già evitato i play-out ed il Messina, con i suoi pregi ed i tanti difetti tipici di chi ha puntato sull’età media, mostra perlomeno innegabili segnali di reazione. Dopo avere realizzato appena cinque reti in nove trasferte la truppa di Grassadonia è andata a segno due volte, divorandosi altrettante opportunità. Lontano dal San Filippo era accaduto soltanto sul campo dell’Ischia. Anche lì al 2-1 seguì il definitivo pareggio dei locali; vedi alla voce “occasioni sprecate”…

Francesco Straface

Direttore di MessinaSportiva.it, che ha fondato nel 2005. Ha lavorato nelle tv private messinesi TeleVip e Tremedia per 13 anni, nella carta stampata ("Il Dubbio" e il "Quotidiano di Calabria") e presso la Scuola di Giornalismo della Lumsa di Roma per 6 anni. Nel 2022 è maestro in una scuola primaria a Siena, dal 2023 assistente amministrativo in istituti secondari e licei a Piacenza

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