La ritrovata serenità dopo un successo pesante, per classifica e morale. Il Città di Sant’Agata si gode la vittoria per 2-1 contro il Rotonda. Il play biancazzurro Vittorio Favo torna sul match di domenica e racconta com’è maturata la rimonta, decisiva per mettersi alle spalle qualche settimana difficile: “Venivamo da due sconfitte di fila e ci tenevamo a vincere perché giocavamo in casa ed era uno scontro diretto. Siamo partiti contratti e il loro gol un po’ rocambolesco, maturato a freddo, avrebbe potuto spezzare le gambe a chiunque. Siamo stati bravi a rimanere equilibrati e sempre concentrati sul match: prima abbiamo pareggiato e poi ribaltato l’incontro”.
Il centrocampista ha analizzato l’andamento di una gara corretta in corso d’opera: “Abbiamo avuto altri venti minuti di difficoltà, poi dopo il gol non abbiamo rischiato nulla e ci siamo sciolti. Erano più demeriti nostri per l’eccessiva tensione accumulata. Ci aspettavamo un avversario più attendista. Invece ci ha permesso di giocare e abbiamo trovato spazi in contropiede. Potevamo fare meglio in alcune situazioni e finalizzare la mole di gioco, ma abbiamo mostrato un buon carattere”.
Il calciatore partenopeo, che ha vinto la Coppa Italia con il Matelica e nell’ultima stagione ha vestito le maglie di Forlì e Chieti, ha conosciuto in questi primi mesi il raggruppamento più a Sud: “Avevo giocato in carriera nel girone F, che è molto simile. Qui ci sono partite molto tirate, lì forse si gioca di più nel corso dei novanta minuti. Siamo una buona squadra e potevamo raccogliere qualche punto in più. Ricordo l’espulsione di Strumbo ad Acireale, ad esempio, che ci ha costretto a giocare per 70 minuti in dieci uomini e abbiamo sofferto pochissimo. Comunque siamo sulla buona strada e sono convinto che potremo toglierci le nostre soddisfazioni, perché stiamo trovando i nostri equilibri in campo”.
Con il tecnico Pasquale Ferrara si è subito instaurato il giusto feeling: “Il mister è meticoloso e molto preparato, cura i dettagli. Dobbiamo seguirlo, la squadra è totalmente nuova e abbiamo perso due settimane di preparazione a causa del Covid in ritiro. Ormai ci stiamo conoscendo bene e le prime partite sono servite in tal senso per favorire i nostri automatismi e portare in campo le sue idee del mister”.
Il Coronavirus ha originato la sospensione del torneo e il rinvio del match con la Gelbison: “Ci ha frenato e siamo passati dal sostenere allenamenti tattici a del lavoro fisico. Noi vorremmo sempre a giocare, se poi veniamo a sapere del rinvio accettiamo le decisioni di chi di dovere. Non dico che il campionato è falsato ma sicuramente particolare, con squadre che recuperano squalificati e quant’altro. Comunque è una situazione che condiziona tutti”.
Favo confida nell’aiuto della Lega affinché società e tesserati possano affrontare altri mesi difficili: “Quando entri in campo non ti rendi conto del pericolo Covid. Siamo una categoria particolare: dilettanti, ma di fatto professionisti che lo fanno come lavoro. Spero che ci tutelino maggiormente. Già il lockdown ci ha fatto male e spero che ora si pensi alla nostra tutela. I controlli sono soltanto una buona cosa”.
A Sant’Agata è arrivato in estate dopo un lungo corteggiamento. Un progetto che lo ha coinvolto, dentro e fuori dal campo: “La prima telefonata l’ho ricevuta presto dalla società e dissi di no perché volevo dare la priorità agli studi in economia e management, perché sono prossimo alla laurea. Volevo stare vicino casa, ma poi la società mi ha continuato a corteggiare e mi sono deciso ad arrivare in Sicilia, anche su consiglio di mio padre, che ha giocato tanti anni tra Catania e Palermo. Il clima che ho trovato qui a ottobre, con 27 gradi, non l’avevo mai visto in vita mia”.
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