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Costantino: “In Finlandia grandi soddisfazioni. Sogno di fare come Milutinovic”

E’ riuscito ad imporsi in Finlandia, la nazione che da tre anni è ormai diventata la sua seconda casa. Il trentunenne messinese Giovanni Costantino allena l’Aland United, formazione che milita nella serie A femminile finlandese. Un salto compiuto dopo aver lavorato a lungo nelle giovanili del Futura. Dall’universo maschile a quello “rosa” ha dimostrato competenza, grinta e passione, guidando oggi dalla panchina una squadra multirazziale. L’approdo a Lemland, sulle isole Aland, arcipelago autonomo di lingua svedese, è stato agevolato dai buoni risultati ottenuti proprio nel centro di Porvoo, a est di Helsinki. Non lo spaventano nemmeno il freddo ed i lunghi viaggi in traghetto, in occasione delle trasferte, che stanno caratterizzando un’avventura sin qui esaltante.

Giovanni Costantino

“L’ho fatto per necessità – spiega Costantino – non avendo dei grandi trascorsi da calciatore, ma anche per una scelta di vita in quanto volevo misurarmi all’estero. Da tre anni sta andando tutto bene, anche sotto il profilo dei risultati. Mi sto confrontando con un’altra cultura, ottenendo grandi soddisfazioni. Cerco di lavorare nella maniera migliore, portando le mie idee. Ho ereditato la squadra dopo un pre-campionato con tante sconfitte e senza segnare nemmeno un gol. Ora abbiamo il terzo migliore attacco e speriamo di chiudere il campionato in una buona posizione di classifica”.

Approfittando della pausa del massimo torneo finlandese è stato tra i relatori ai 50 anni dell’AIAC, celebrati a Messina presso il PalaRescifina, soffermandosi su “Il calcio all’estero e l’organizzazione della seduta di allenamento”. “La realtà femminile – osserva – è completamente diversa da quella maschile. Il campionato è molto seguito dai giornali e dai media, ma ci ho fatto l’abitudine, anche a finire talvolta nell’occhio del ciclone. Sto vivendo un’ottima esperienza che può rappresentare molto per il mio futuro. La scuola degli allenatori italiani è maestra a livello tattico ed io cerco di dare un’impronta alla mia squadra. Le ragazze provengono da culture e metodologie diverse ed è comunque inevitabile una fase iniziale di adattamento”.

Giovanni Costantino ai 50 anni dell’AIAC di Messina

Per strutture ed impianti il paragone con le nazioni del Nord Europa è oggi disarmante: “Come insegna il fenomeno Islanda in quei Paesi si è investito tanto sulle strutture e sulla preparazione degli allenatori, ottenendo dei risultati. Speriamo che possa essere fatto anche in Italia. A Messina, ad esempio, abbiamo dei grossi problemi per quanto concerne gli impianti”.

Quali i consigli per chi tra gli allenatori italiani vuole emularlo? Conoscere l’inglese, la lingua con la quale comunica principalmente con le sue giocatrici, ma non solo. “La lingua è certamente importante e conoscere l’inglese è essenziale, ma oltre questo la preparazione deve essere svolta con impegno e sacrifici. Allargare ancora i miei orizzonti? Ho come idolo Bora Milutinovic che nel corso della sua carriera ha allenato varie Nazionali e si è confrontato con tante culture diverse. Per me sarebbe indifferente in Europa, Asia o America, l’importante è lavorare. Senza dimenticare che essere un allenatore impegna per 24 ore al giorno”.

Un momento della relazione

L’ultimo pensiero è per il Messina. Da tifoso giallorosso segue da lontano le vicende della squadra con grande attaccamento: “Il Messina è sempre nel mio cuore. Uno dei posti che mi ha insegnato di più è la Curva Sud. Ti fa conoscere l’amore per dei colori al di là di quello che possa essere il risultato. Solo chi è stato in una curva può conoscere quel tipo di sentimenti. Io ho fatto parte di vari club e posso dire di aver imparato tanto”.

Alessandro Calleri

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Alessandro Calleri

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