Coronavirus, Raffaele: “Medici e infermieri i veri top player in questa partita”

Un campionato da applausi per Raffaele

Se la stagione passata è stato l’indizio, quella attuale ne è la prova. Peppe Raffaele si conferma uno dei profili più interessanti nel panorama degli allenatori emergenti. Un tecnico vero che viene dalla gavetta, fatta vincendo campionati dilettantistici, ma che adesso sta mostrando di che pasta è fatto nel calcio dei grandi. I numeri ottenuti nei quasi due anni vissuti dalla guida del Potenza non mentono: i rossoblù, sotto la guida del tecnico pirainese, sono lì, gomito a gomito con le corazzate della categoria nel girone C di Lega Pro.

Una formazione del Potenza

Dopo l’ottima stagione passata culminata con i playoff (Raffaele è subentrato quando i lucani erano ultimi in classifica), l’obiettivo di questo torneo era dare fastidio a squadre del calibro di Reggina, Bari e Ternana e così è stato. Prima dello stop ai campionati imposto dal propagarsi dell’emergenza Coronavirus, il Potenza era quarto, a pochi punti (-4) dal secondo posto occupato dal Bari. Il dibattito su come il calcio debba fronteggiare l’emergenza per salvare il salvabile è entrato nel vivo, mentre rimane ancora indecifrabile se questa stagione potrà giungere effettivamente alla conclusione senza dover ricorrere ad assegnazioni d’ufficio.

Peppe Raffaele

Peppe Raffaele, tecnico del Potenza: è quarto in classifica nel girone C di Lega Pro

Da quasi venti giorni il tecnico si trova nella sua abitazione di Potenza, ma nel frattempo, nonostante tutto, si cerca di guardare a quanto costruito sul campo fin qui, in attesa che il popolo italiano vinca la partita più importante: “Sinceramente credo che adesso preoccuparsi delle questioni di campo sia superfluo. Come ogni cittadino italiano sono addolorato e preoccupato per quanto è avvenuto e per quanto sta accadendo. Stiamo giocando il campionato più importante, quello della vita e i nostri top player sono tutti i medici e gli infermieri che da settimane stanno facendo sì che questa emergenza rientri. Probabilmente il mio discorso può sembrare scontato, ma credo che in questo momento non si può fare altro che fare il tifo per tutti coloro che sono impegnati in prima linea in questa emergenza e davanti a questa situazione il calcio passa ovviamente in secondo piano”.

Un’esultanza dei giocatori del Potenza nel match vinto a Viterbo per 3-1

Raffaele mostra però la propria soddisfazione per quanto realizzato dalla sua squadra e non potrebbe essere altrimenti: “Stiamo facendo un campionato straordinario, sono molto contento di quanto fatto sin qui dai ragazzi. Già la passata stagione avevamo disputato la miglior stagione della storia del Potenza con una media punti molto alta e ripetersi non è mai facile. Attualmente siamo al quarto posto, in piena zona playoff, a pochi punti da autentiche corazzate come Ternana e Bari, società che possono contare su un budget notevolmente superiore al nostro. Ci siamo tolti delle soddisfazioni, credo che abbiamo espresso anche un calcio di buon livello. Quanto fatto fin qui mi rende particolarmente orgoglioso. Reggina meritatamente prima? Tecnicamente credo che sia alla pari di Bari e Ternana, in molte partite è riuscita a portare a casa i tre punti con cinismo e compattezza, vincendo in campi dove le dirette avversarie hanno perso punti. La fortuna nel calcio può soccorrerti in due o tre partite, ma se dopo 30 giornate sei saldamente in testa è perché alla lunga lo meriti”.

Peppe Raffaele, alla sua seconda stagione sulla panchina del Potenza

Di tanto in tanto, Raffaele anche quest’anno si è concesso qualche “scappatella” al “Franco Scoglio”:Si sono dette molte cose su quanto siano inopportune due squadre in D per una piazza come Messina, ma credo che questo discorso debba arrivare ad uno step successivo. Il futuro non può non prescindere dall’avere una società solida e composta da uomini competenti che siano in grado di garantire un futuro roseo al calcio messinese. Di esempi in giro ce ne sono tanti – ha continuato Raffaele – tante piazze importanti sono ripartite dai dilettanti, ma sono subito risalite tra i professionisti. Indipendentemente dalle risorse economiche serve competenza manageriale e calcistica, solo così sarà possibile rialzarsi”.

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