Orlandina, il nuovo Gm Mauro Saja si presenta. “Affermarmi ai massimi livelli sarebbe gratificante”

Arrivato da poco più di un mese nella famiglia biancazzurra, Mauro Saja ha saputo sin da subito conquistarsi l’affetto e la stima di tutto l’entourage paladino dimostrando grande entusiasmo e voglia di far bene con e per l’Orlandina. Un ragazzo umile, giovane, con tanta voglia di migliorare e crescere, che ha però maturato già tanta esperienza negli anni passati lavorando tra i parquet dell’A2. Lo conosciamo meglio.
Chi è Mauro?
“Mauro è una persona che tiene molto ai valori, come la famiglia, l’onestà, l’educazione e il rispetto. Mi ritengo una persona umile e disponibile”.
Se non ci fosse stato il basket, dove saresti e cosa avresti voluto o potuto fare?
“Sinceramente ho sempre avuto una preferenza per gli sport in generale, lo dimostrano anche i miei studi prettamente sportivi, ma poiché amo molto volare se non fossi entrato nel mondo della pallacanestro, avrei voluto pilotare aerei!”
Nello svolgere la tua professione con quale giocatore cui ha legato di più?

10391381_10152701828317311_7369212207055545632_n“Sono diverse le persone nel mondo del basket con cui ho legato in modo particolare, e con le quali mantengo i rapporti nonostante non lavori più con loro. Una menzione speciale però devo farla per Alessandro Cittadini e la sua famiglia, persone splendide che porterò sempre nel mio cuore”.
La cosa più curiosa che ti è capitata o ti hanno chiesto?
“Potrei scrivere un libro rispondendo a questa domanda! Nel mio lavoro capitano sempre cose curiose come telefonate notturne con richieste di ogni tipo! Per non parlare poi di quelle tante volte che i giocatori perdono qualsiasi genere di oggetto (chiavi, telefoni, etc.) e mi chiedono di recuperarlo!”.
C’è qualcuno cui vuoi dire grazie? Se si, perché?
“Senza dubbio mia madre. È lei che mi ha sempre spinto a prendere le scelte che poi si sono rivelate corrette”.
Qual è l’insegnamento più importante ottenuto tramite la pallacanestro?
“La pallacanestro insegna tantissime cose. L’insegnamento più grande, che ho ricevuto e che è diventato il mio motto, è sicuramente quello di credere sempre in ciò che si fa. Nel basket, così come nella vita, nulla è deciso fino all’ultimo istante, e tutto può cambiare in maniera positiva da un istante all’altro. Mai perdere la speranza”.
Segui o pratichi altri sport? Quali e cosa ti piace di ognuno di essi.
“Seguo tantissimi sport, quasi tutti. Mi diverto in particolar modo a praticare tutti quelli in cui il collettivo prevale sulle individualità, come ad esempio il calcio a 5 che pratico con gli amici”.
Quali sono le tue passioni o i tuoi hobby oltre la pallacanestro? In quali momenti preferisci dedicarti a una piuttosto che a un’altra?
“Nelle rare pause che questo lavoro mi concede mi piace rilassarmi, condividere del tempo con la mia fidanzata e ritrovarmi con i amici di sempre”.
Quali sono le tue ambizioni per il futuro? Quale il sogno nel cassetto?
“Voglio proseguire la mia carriera il più a lungo possibile ai massimi livelli della pallacanestro. Il mio sogno è diventare un affermato GM, un ruolo che mi affascina tanto fin dal momento in cui ho cominciato”.
Il luogo che ami di più?
“Ho viaggiato molto per lavoro, ma posso affermare che i luoghi più belli in cui io sia mai stato sono proprio nella nostra splendida Sicilia. Mare e paesaggi come quelli delle Isole Eolie, ad esempio, ce li invidiano in tutto il mondo”.
Canzone preferita?
“È un po’ datata. White Flag di Dido”.

Mauro Saja ai tempi dell'esperienza a Barcellona con Alessandro Piazza

Mauro Saja ai tempi dell’esperienza a Barcellona con Alessandro Piazza

Film preferito?
“Un classico: Forrest Gump!”
Cosa ti fa veramente felice e cosa ti manda in bestia?
“Mi manda in bestia chi dice bugie. Sono davvero felice, invece, quando riesco a essere utile, soprattutto all’interno del mio lavoro, ricevendo gratificazioni dagli altri per quello che faccio. Penso che sia una sensazione impagabile”.
Il motto cui t’ispiri o nel quale ti identifichi?
“Lo so che sa di vecchio, ma “prevenire è meglio che curare…”!”

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