Da Messina ad Anversa portandosi dietro quella maledetta passione per il ciclismo

Il ciclismo messinese Amodeo in BelgioPunto di partenza della granfondo Giro delle Fiandre
ciclismo messineseal Giro delle Fiandre

Con Amodeo all’arrivo

In viaggio da Messina, la città del Ponte (semmai sarà costruito), per far valere il proprio attestato di laurea in ingegneria. L’ambizione lavorativa spinge Gaspare Amodeo ad attraversare quel ponte immaginario, a salutare Oliveri, il paese natio, per guadagnarsi la pagnotta. In Belgio, ad Anversa, Gaspare trova il clima ostile dei paesi del nord europeo. Cielo cupo e molto freddo, niente a che vedere con il sole e il clima mite della sua amata Sicilia.

Gaspare non si abbatte, anzi lavora sodo, cercando sempre di portare alto il vessillo di un’Italia in cui i giovani – sempre più spesso – vengono abbandonati al proprio destino. La famiglia, la moglie e i due figli, gli danno la spinta per prendere tutto col sorriso. Nel Paese dove la passione per ruote e pedali superano i confini del normale ritrova anche la sua vecchia passione per il ciclismo.

Inizia ad allenarsi. Uscita dopo uscita trova nuovi stimoli, così inizia a partecipare a qualche granfondo: in Belgio questo tipo di gara non hanno carattere agonistico, così come avviene in Italia, ma piuttosto di aggregazione e di puro divertimento. Tuttavia per un appassionato il sogno è quello di cimentarsi in strade leggendarie, in tracciati dove si respira la storia del ciclismo. Così il nostro intraprendente concittadino decide che è giunta l’ora di iscriversi alla Gran Fondo Giro delle Fiandre in modo da poter percorrere tutti i Muri che hanno fatto grande questa corsa, una delle cinque Classiche Monumento del ciclismo mondiale.

ciclista messinese alla Granfondo Giro delle Fiandre

Padovan – Amodeo – Lomazzi

I’1 aprile Gaspare Amodeo è al via col numero di dorsale 15806 (si contano alla partenza 16000 unità) ed affronta i temibili muri fiamminghi, percorrendo quelle strade sino allora conosciute solo in televisione. Ad accompagnarlo due colleghi di lavoro, anche loro “emigranti italiani”. Anche loro ingegneri “evasi” dall’Italia per far valere il proprio titolo di studio. Sono il lombardo Andrea Lomazzi e il veneto Giacomo Padovan. I tre pedalano e si divertono. A ogni muro l’emozione è immensa. Rapporti agili, poi la pianura e giù il rapporto per cercare di raggiungere chi ti precede. E finalmente il traguardo. Il coronamento di un sogno. Lo stesso traguardo sul quale il giorno dopo sfrecceranno i grandi campioni di questo sport.

Lo sport con la “S” maiuscola – “Il Giro delle Fiandre non è uno scherzo non è una corsa da intraprendere se non si è preparati – commenta Gaspare subito dopo la gara – Non puoi pensare “In qualche modo la porto a casa”. Le strade sono strette e tortuose, i muri hanno pendenze impossibili ed il pavé richiede sia forza sia grande capacità e padronanza del mezzo. Chi l’affronta deve essere un atleta: deve conoscere come gestire se stesso e le proprie capacità al meglio, fisicamente e mentalmente (in particolare sul pavé), ma senza alcuna esasperazione. Questa è la mia visione e il presupposto per godermi l’impresa, insieme ai compagni di viaggio e agli altri ciclisti trovati al via. L’esperienza, infatti, è sempre ricompensata dal divertimento che il viaggio ci riserva. E’ questa, in sintesi, l’idea di sport con la “S” maiuscola”.

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Giornalista sportivo, iscritto all'Ordine dei Giornalisti di Sicilia. Grande appassionato di ciclismo, che segue da anni per la nostra testata