Criaco “benedice” Pezzella: “Un grande centrocampista, Messina lo amerà”

Salvatore FazzioLeo Criaco ed Emanuele Manitta ai funerali di Salvatore Fazzio

Per Bruno Pezzella assicura Leo Criaco. Il nuovo “cervello” tutto argentino del centrocampo peloritano è sbarcato a Messina con la benedizione dell’ex difensore-goleador di Africo. 104 presenze e 18 gol per Leo-gol in maglia giallorossa tra il 1997 e il 2003. Arcigno ma dal piede caldo, capace di far male sulle punizioni tanto da diventare tra le icone della splendida cavalcata dell’era Aliotta che in quegli anni ha portato il Messina dai dilettanti fino alla Serie B.

Leo Criaco con il Messina tra il 1997 e il 2003

Come dimenticare le 14 reti della stagione 1997-98, decisive per la promozione in C2, o la punizione vincente a tempo scaduto contro l’Aquila nell’anno del ritorno tra i cadetti? Nel presente di Criaco c’è adesso un’esperienza in qualità di secondo di Lello Di Napoli (altro ex giallorosso) alla guida dell’Akragas, ultima squadra di Pezzella prima dell’approdo in giallorosso: “E’ un ottimo giocatore – ha commentato Criaco – può dare veramente tanto perché ha dei piedi veramente buoni. Vale altre categorie e questo i tifosi del Messina lo vedranno presto. E’ un ragazzo disponibile, pronto ad apprendere e che si mette a disposizione del mister. Quando mi ha chiesto dei ragguagli sulla piazza io gli ho subito consigliato di accettare. A Messina ci sono legato, lì ho vissuto gli anni più belli della mia carriera e non posso che parlarne bene con chiunque mi chieda un’opinione. Il suo ruolo? Il meglio lo ha dato davanti la difesa, poi con l’impiego di Bramati è stato spostato, ma credo che la sua posizione ideale sia quella di regista”.

Bruno Pezzella

Bruno Pezzella ai nostri microfoni

A Criaco viene la pelle d’oca se si torna a parlare del “Celeste”, che in autunno dovrebbe tornare ad ospitare le partite casalinghe dei peloritani: “E’ un catino, quando si parla di fattore campo non si può non pensare al Celeste. Lì c’era pressione per gli avversari e spinta per noi. Alla fine della stagione almeno 7-8 punti te li dà. L’attuale stadio del Messina è dispersivo. Sicuramente negli anni della Serie A faceva la differenza, ma se non lo riempi diventa dura far sentire il calore ai giocatori”.

Cecere celebra con Criaco ed altri compagni un successo al ''Celeste''

Il Messina celebra un successo al ”Celeste”, lo stadio nel quale Sciotto vuole riportare l’ACR

Criaco butta poi un occhio sul prossimo campionato di Serie D: “Sinceramente non conosco la Nocerina, ho letto che è tra le favorite ma non so la portata della loro rosa. La Vibonese è un’antagonista pericolosa, è appena retrocessa e c’è l’amarezza per il mancato ripescaggio, dunque faranno di tutto per tornare immediatamente tra i professionisti. Il Messina ha l’obbligo di essere protagonista, porta il nome di una piazza importante e mi auguro che già il prossimo anno sia in Serie C. Questa nuova società ha iniziato un percorso importante e impegnativo. Il presidente Sciotto mi sembra una persona molto passionale e con entusiasmo”.

Quegli anni a Messina hanno segnato la vita di Criaco: “In quelle stagioni ho avuto modo di incontrare dei ragazzi splendidi, amici che ho avuto anche nella vita di tutti i giorni. Ancora oggi mi sento con Antonio Obbedio, Michele Scaringella, Manuel Milana, Alessandro Bertoni, Sasà Marra ed Enrico Buonocore. Così come non dimenticherò mai il presidente Emanuele Aliotta”.

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