Al Clan Off in scena “Vinafausa. In morte di Attilio Manca”

TeatroClan Off

Il 5 e 6 novembre avrà inizio la stagione artistica del “Clan degli Attori” dal titolo “E’ tempo di teatro” con “Vinafausa. In morte di Attilio Manca”.

Clan Off

Una scena di Vinafausa

Il cartellone di eventi dell’associazione culturale di Giovanni Maria Currò e Mauro Failla intratterà gli amanti del teatro sino a maggio nel nuovo spazio “Clan Off” di via Trento. Il primo spettacolo “Vinafausa. In morte di Attilio Manca” porterà sul palco Francesco Natoli, Michelangelo Maria Zanghì (che curerà anche la regia) e Simone Corso, per una produzione Compagnia Santina Porcino. Verrà narrata la vicenda di Attilio Manca, giovane urologo del messinese, morto nel 2004 in circostanze ancora poco chiare, uno dei tanti piccoli – grandi casi di cronaca che s’intrecciano con gli ultimi vent’anni della nostra Storia.

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Una scena di Vinafausa

Lo spettacolo arriva a Messina per la prima volta, dopo diverse repliche anche in provincia. “Vinafausa – come chiariscono le note di regia – non è una storia da raccontare, ma piuttosto un insieme di indizi che, messi insieme, indagano su chi siamo stati, chi siamo e chi vorremmo essere. La vicenda di Attilio Manca, giovane urologo del messinese, morto nel 2004 in circostanze ancora poco chiare, è uno dei tanti piccoli – grandi casi di cronaca che s’intrecciano con gli ultimi vent’anni della nostra Storia. Attilio, brillante medico trentaquattrenne è stato trovato senza vita nel suo appartamento, a Viterbo, dove lavorava presso l’ospedale Belcolle, con due buchi nel braccio sinistro. Overdose si è detto. Suicidio, subito dopo. Ma nonostante la (presunta) verità che è stata accertata nel corso delle indagini e del processo, affiorano fantasmi dalla coscienza che fanno rumore e che ci chiedono altre domande, altre verità. Troppe le cose che non tornano, troppi i sospetti, troppe le coincidenze; troppo sangue per essere un suicidio. Forse, la morte di Attilio, allora, non è solo uno dei tanti casi, ma un tassello di qualcosa di più grande che ha fatto dell’Italia ciò che è oggi, della Storia un mistero, degli italiani di prima dei complici, degli italiani di oggi dei dimentichi. Ma tutto sta in una scelta: bene o male. Non è così netta, non può esserlo, ma può essere una consapevolezza, prima di tutto, prima dell’attesa, prima del non sapere. Sulla sua morte un’ombra nera, nerissima: Bernardo Provenzano”.

 

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